PS6B1822 (2)PS6B1814 (4)PS6B2144Festa in Cattedrale  per Don Nicolò Daste.

Bello poter dire: abbiamo celebrato il bicentenario della nascita del nostro Padre Fondatore!

La commozione era tanta, quando il quadro che riporta l’immagine del Servo di Dio, Don Nicolò  Daste, è stato posto a lato dell’altare. La sua vita umile e semplice, dedicata interamente agli altri, è un faro di luce per il mondo di oggi. Essere ricordato dopo 200 anni dalla nascita è segno che il Bene non tramonta e non muore mai e, come dice il salmo 111, “il Giusto sarà sempre ricordato.”

Prima dell’inizio dell’evento liturgico in Cattedrale, il postulatore Avv. Emilio Artiglieri  ha presentato, i tratti salienti, puntualizzati con estrema competenza, della vita del Servo di Dio: un sacerdote genovese, per tutti “padre degli orfani”, nato a Sampierdarena, Genova, nel 1820. Figlio modello, orfano di padre prima e della madre poi, dovette sacrificarsi per 18 anni lavorando nella falegnameria di famiglia per aiutare i fratelli. Dopo una lunga, paziente e fiduciosa attesa, a 46 anni riuscì a coronare il suo sogno, coltivato fin da ragazzo, di diventare sacerdote. Egli svolse il suo ministero nella parrocchia di Santa Maria della Cella. Il Signore lo rese “padre” per tanti orfani di quel tempo per i quali non si vergognò di farsi mendicante.“E’ un prete che è prete” diceva la gente al vederlo passare.

E’ stato bello e davvero commuovente vedere la lunga fila di sacerdoti attraversare la navata centrale con il vescovo Anselmi e raggiungere l’altare maggiore per la Celebrazione. A Don Nicolò Daste era costato tanto il sacerdozio. Infatti,  prendendo tra le mani la sua tonaca consunta spesso ripeteva: “Questa vale per me più di tutto l’oro del mondo!”.

La Cattedrale era gremita di fedeli, dei bambini delle nostre scuole e dei loro genitori. Erano presenti le Autorità civili e suore di varie comunità.

Nell’omelia il Vescovo Mons. Nicolò Anselmi ha messo a fuoco il punto principale della vita di don Nicolò Daste,  lasciarsi guidare sempre dalla volontà di Dio. Il suo desiderio di diventare sacerdote, provato sin da ragazzo, per molto tempo rimase solo un sogno, ma Lui non forzò la mano a Dio per seguire la sua volontà, attese… giorni, mesi, anni con pazienza. Sua madre era solita ripetergli “ Quello che Dio ha destinato per te, non lo darà ad altri”, e così avvenne: il sacerdozio fu conquistato dopo anni di sofferenze.

Dio aveva un progetto su di lui, forse per questo conobbe la vita da orfano, per diventare un giorno padre degli orfani. Don Daste non si sentiva all’altezza di questa grande responsabilità. Alla richiesta della Madre Angela Massa e del Direttore Don Gallo delle suore Madri Pie Franzoniane, che volevano affidargli un gruppo di orfanelle, Lui rispose: “Sono stato sempre un falegname e non me ne intendo di bambine!”. Ma anche qui si abbandonò alla volontà di Dio e che “Padre” divenne!

Ricordando la festa del giorno del Battesimo di Gesù, Mons. Anselmi ha ripetuto che Dio Padre disse: “Tu sei il mio Figlio prediletto, in cui mi sono compiaciuto”, queste parole, secondo il vescovo ausiliario, possono ben riferirsi anche al Servo di Dio, don Daste.

Dopo la bellissima celebrazione, allietata dal canto del coro della Cattedrale e dal canto alla Madonna in malayalam, la lingua del Kerala, eseguito dai bambini, abbiamo avuto la gioia di ascoltare il nostro Arcivescovo, il Cardinale Angelo Bagnasco, che ci ha invitato a lasciarci guidare dalla Madonna, anche nel buio della vita personale, perché la voce della mamma dà sicurezza, coraggio, e a fare come Don Nicolò Daste, perché tendere la mano a chi è nel bisogno è un dovere per ognuno di noi.

Ci siamo sentiti una Famiglia diocesana in festa per un suo Figlio, che ha realizzato il progetto che Dio aveva su di lui, spendendo la  propria vita per il bene dei suoi “figli”.

Don Nicolò Daste  interceda per tutti noi, affinchè possiamo essere padri e madri per tutti gli “ orfani” del mondo moderno.