Un prete che è veramente prete!

Chi conosce don Nicolò Daste, “un prete tutto e sempre prete”, non perde tempo, ma si ritrova con qualcosa di più dentro di sé. E’ quanto è emerso dalla commemorazione che è stata fatta di questo “sant’uomo” il 2 marzo scorso nella Chiesa Parrocchiale di S. Maria della Cella e S. Martino in S. Pier d’Arena, ricordandone il 150° della Ordinazione Sacerdotale, avvenuta  il 24 giugno 1866, quando egli aveva ben 46 anni, dopo un travagliato e faticoso itinerario vocazionale.

Egli svolse il suo ministero di misericordia nell’accogliere i poveri che accorrevano a lui e lo assediavano dopo la S. Messa, nella quale riconciliava i fedeli con Dio nel sacramento della Confessione.

Mons. Carlo Canepa, parroco della Cella, nella sua omelia  ha messo a fuoco che Don  Daste  suscitava  il senso di Dio per la sua intensa pietà e vita interiore, per il suo essere “veramente prete”, come era considerato istintivamente dalla gente che ne parlava in questi termini.

Anche il Postulatore della Causa di Beatificazione, l’Avvocato Emilio Artiglieri, nell’incontro-conversazione con un bel gruppo di persone, possibili e auspicabili “Amici di Don Daste”, dopo la S. Messa molto partecipata,  non ha mancato di ricordare che “prè Daste” non appartiene solo delle sue Figlie spirituali, le Figlie della Divina Provvidenza, più conosciute popolarmente come le Suore di Don Daste, ma alla Chiesa universale come, del resto, alla Chiesa genovese, della quale era membro vivo, e al relativo Presbiterio Diocesano di cui, nella sua semplicità, è stato, nei fatti, e risulta essere un esemplare fiore all’occhiello nell’esercizio provvidenziale delle opere di misericordia, convogliate specialmente nel campo dell’orfanità, a quel tempo molto diffusa e marcata. Da qui la ragione dell’ avvio della Causa da sostenere con tanta e insistente preghiera, per chiedere l’avvallo di Dio sull’esame,  accuratamente documentato,  che la Chiesa andrà  facendo sulla vita “santa” di questo Servo di Dio  con un miracolo.

Il Municipio di S. Pier d’Arena non è rimasto estraneo alla memoria del sampierdarenese Don Daste e, tramite un suo rappresentante, ha fatto sapere che provvederà al debito restauro di un segno della “sampierdarenesità” di Don Daste.

Così pure un torneo sportivo in cantiere potrebbe essere intitolato a questo “mendicante delle orfanelle” che passava, più facilmente di sera e di notte per non dare nell’occhio, per le strade con un sacco sulle spalle, con quello che aveva raccolto, per portare aiuto a chi ne aveva bisogno.

Un dato d’archivio curioso, molto interessante e molto significativo, anche oggi, è che  Don Daste venne accusato di essere uno che non pagava le tasse! Il ricercatore ha scoperto che egli, invece, faceva il suo dovere come buon cittadino oltre che come benefattore delle orfanelle, pagando quanto doveva fino al centesimo;  fu il Comune di quel tempo, in riconoscimento del forte e determinante contributo supplente che il prete don Daste dava alla “piaga “ dell’orfanità, senza chiedere nulla, a deliberare di rimettergli le sue quote erariali.

Adesso non resta altro da fare che una cosa, possibile a tutti, per esprimere stima e ammirazione per Don Daste e amicizia riconoscente alle sue Suore, che ne continuano l’opera con la sua stessa dedizione generosa e il medesimo spirito provvidente ed educativo: farlo conoscere a largo raggio, anche per via informatica, con un apposito sito web, mezzo attuale e diffusivo universalmente;  oltre a ciò, pregare, pregare e pregare, perché Dio voglia glorificarsi come Padre buono, misericordioso e provvidente, nel suo Servo don Nicolò.

E, per chi vuole, segnalare all’Istituto omonimo la propria adesione al gruppo degli “Amici di Don Daste”, indicando nome, cognome, indirizzo, telefono, e-mail.

(L’indirizzo email delle suore: operadondaste@gmail.com)

Guido Oliveri